07 Dic Pro e contro di Convivenza e Matrimonio
Le differenze fondamentali di Convivenza e Matrimonio
Convivenza o Matrimonio? Cosa conviene fare? Quali sono gli aspetti fiscali e burocratici a cui dobbiamo pensare quando siamo di fronte alla scelta fra convivenza e matrimonio? Il notaio può rispondere a tutte le domande e può fare luce su aspetti e differenze che potranno aiutarti a prendere la decisione più adatta a te.
Convivenza e Matrimonio: cosa scegliere?
Secondo le statistiche sempre più coppie decidono di andare a convivere piuttosto che sposarsi, e le motivazioni sono le più varie.
La comodità di provare fin da subito l’idea del vivere insieme, evitare i costi della festa di matrimonio, evitare le trafile burocratiche del rito civile che precede il rito nuziale, costituiscono dei punti a favore della convivenza.
La convivenza sembra essere più rispondente alle esigenze delle coppie delle ultime generazioni: meno vincoli, meno burocrazia e l’idea di rimanere “liberi” rende quest’ultima scelta più attraente rispetto l’altra.
Viceversa la decisione del matrimonio lascia trasparire spesso una necessità forte di identificazione e appartenenza; basta pensare ai riti che lo accompagnano: portare la fede, usare il cognome del marito, avere lo stesso indirizzo di residenza e così via. Sposarsi richiede tempo e organizzazione.
Al di là dei bisogni interiori di ciascuno di noi, che comunque influenzano fortemente le nostre decisioni, è importante mettere a fuoco le caratteristiche peculiari e le differenze più evidenti delle possibilità che abbiamo a disposizione, per fare la scelta più adeguata alle nostre esigenze e a quelle della nostra famiglia.
Convivenza e Matrimonio: gli effetti sulla vita personale e famigliare
Le differenze principali fra il convivere semplicemente e il convolare a nozze sono tante, ma le più importanti riguardano:
- l’acquisto di un immobile
- le decisioni relative ai figli
- l’assistenza in caso di malattia
- le disposizioni riguardanti la successione.
Queste differenze giocano un ruolo importante all’interno della coppia e se da una parte la convivenza sembra essere la scelta più snella e leggera, dall’altra questa stessa leggerezza potrebbe rivelarsi un nemico nelle questioni che ci stanno veramente a cuore.
Nel caso di acquisto o gestione di un bene, la coppia sposata fa riferimento alla comunione o alla separazione dei beni, decisione presa durante il rito civile e rinnovata nel giorno del matrimonio.
Invece per la coppia convivente è necessario redigere un atto di convivenza, in cui si possono stabilire i criteri di carattere patrimoniale.
I conviventi, che volessero destinare parte o interamente i loro beni al proprio partner dopo il decesso, devono redigere un testamento.
Al contrario el caso di una coppia sposata, i coniugi sono comunque tutelati dal vincolo del matrimonio e hanno diritto di disporre dei beni acquisiti, anche se in modo parziale.
Per quanto concerne la malattia, i conviventi, per avvalersi dell’assistenza del partner, devono essersi riconosciuti una delega all’assistenza sanitaria e nel caso di infermità essersi nominati amministratori di sostegno.
Solo nella gestione dei figli, le differenze non sussistono, la dicitura figli legittimi o figli naturali è stata sostituita da “figli” e la responsabilità genitoriale spetta sia alle coppie conviventi che alle coppie sposate.
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