Mercato dell’arte e digitalizzazione dell’opera d’arte

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Mercato dell’arte e digitalizzazione dell’opera d’arte

La digitalizzazione dell’opera d’arte è una delle proposte presentate al Consiglio Nazionale del Notariato lo scorso 4 novembre. Essa riguarda i beni culturali del nostro Paese. L’Italia vive d’arte. L’arte, però, è un mondo che non interessa solo gli artisti, ma tutti. Infatti la proposta porterebbe giovamenti a chi fa parte di questo ambiente e non solo, e consentirebbe di avere un mercato dell’arte più redditizio e più sicuro.

Un paese d’arte

Il mercato dell’arte porta all’Italia annualmente 1,46 miliari di euro. L’impatto economico complessivo sul Paese è di 3,78 miliardi di indotto. Nomisma, società che si occupa di ricerche di mercato, nel 2019 si è occupata di analizzare il valore dell’arte su territorio italiano. Nel suo studio Nomisma evidenzia che coloro che scelgono di investire nell’arte possono riscontrare diversi problemi. Non solo, ma anche artisti e operatori d’arte sono danneggiati da vari fattori. E così, una delle attività più fruttuose del nostro Paese risulta incontrare limiti e difficoltà. In particolare, quello che emerge dalla ricerca è che:

“Il sistema fiscale e la libera circolazione delle opere d’arte fra Italia, UE ed extra UE sono i principali elementi che limitano lo sviluppo del mercato per l’82% delle imprese. Seguito dall’incertezza del quadro normativo sulla tutela e l’eccessiva burocrazia, l’assenza di una strategia di lungo periodo pianificata a livello nazionale e l’imposizione fiscale per il sistema arte”.

Oltre a problematiche di tipo fiscale e burocratico un’altra difficoltà è data dalla contraffazione. I falsi sequestrati nel 2020 sono stati ben 1547. La maggior parte riguarda beni appartenenti al settore dell’arte contemporanea, ma non mancano reperti archeologici e beni di epoche lontane. Se fossero stati immessi sul mercato come autentici esse avrebbero avuto un controvalore complessivo di circa 416 milioni.

Quali misure attuare per migliorare il quadro? Diminuire la fiscalità? Intraprendere azioni per contrastare i falsi e avere un mercato più sicuro? Sono le domande a cui si è cercato di rispondere.

Pressione fiscale: la diminuzione dell’Iva

Una delle proposte che toccano il mondo dell’arte riguarda l’Iva. In Italia infatti la vendita di opere d’arte è soggetta all’Iva del 22%, che è la quota massima applicata in Europa. La proposta è di portarla al 10%, e ciò gioverebbe ad artisti, agenzie, editori, gallerie. Anche i privati ne beneficerebbero, che spesso si assumono grandi rischi economici per supportare un artista. L’iniziativa intende così smuovere un mercato da troppo tempo in pausa.

Contrastare i falsi: la proposta del registro blockchain

Una delle proposte emerse al Consiglio è quella di un registro blockchain, registro che permetterebbe di tracciare i passaggi di proprietà. Questo metodo impedirebbe che possano essere perdute le tracce delle opere e contrasterebbe i falsi sul mercato.

Infatti in Italia non esiste un sistema tramite il quale si possa certificare in modo “ufficiale” che un’opera d’arte è autentica. Il blockchain andrebbe a raccogliere i dati anagrafici e biometrici dell’opera e rilascerebbe una certificazione.

Mercato più sicuro: digitalizzazione del patrimonio artistico pubblico

Una delle proposte del Notariato è la digitalizzazione dell’opera d’arte. In altre parole, portare il patrimonio artistico pubblico sul web, così da dar vita a un inventario certificato delle opere d’arte. Per immaginarci questa proposta in modo concreto possiamo prendere d’esempio Spid, la piattaforma che permette la registrazione delle persone fisiche e la creazione di un’identità digitale certa e sicura. Sarebbe lo stesso per le opere: dopo l’acquisizione dell’immagine e la sottoscrizione di documenti e dati che la riguardano, l’opera andrebbe inserita in un archivio digitale con delle caratteristiche distintive che la identificherebbero univocamente.

Quali vantaggi porterebbe la digitalizzazione dell’opera d’arte?

Il sistema permetterebbe certezza e trasparenza al mercato dell’arte. Tali sicurezze gioverebbero a coloro che si occupano dei beni culturali e intendono investire su essi. La digitalizzazioni avrebbe vantaggi che riguardano sia il mondo dell’arte in se, sia l’economia che sta dietro a tale universo.

Migliorare il quadro complessivo: l’Art Bonus

Il Consiglio è stato proposto di potenziare l’Art Bonus, che consentirebbe un credito di imposta pari al 65% dell’importo donato. Il credito sarebbe rivolto a chi effettua erogazioni liberali a sostegno del patrimonio culturale pubblico italiano, divenendo così  una misura a sostegno del mecenatismo verso cultura e spettacolo. Il progetto dell’Art Bonus mirerebbe allo sviluppo digitale di un registro delle iniziative a favore del patrimonio culturale e artistico italiano, toccando musei, archivi, biblioteche, aree archeologiche e altro ancora. Ciò avverrebbe attraverso la tokenizzazione* del credito fiscale conseguente alle erogazioni liberali, a supporto ed implementazione di quello esistente. Il notaio avrebbe un ruolo fondamentale nella tokenizzazione, perché:

  • Semplificherebbe le erogazioni da parte di soggetti stranieri.
  • Attuerebbe controlli antiriciclaggio.
  • Attribuirebbe all’erogazione liberale la forma adeguata.

Dopo la tokenizzazione del credito, esso potrebbe essere ceduto a banche o ad altri soggetti. Avendo sempre garantita la sua rintracciabilità.

* La tokenizzazione degli asset comporta la rappresentazione digitale di asset fisici su registri distribuiti. In altre parole, si tratta di una rete decentralizzata senza la necessità di un’autorità centrale che svolga funzioni di vigilanza. Il punto di forza del registro distribuito è che aumenta la trasparenza e rende più difficile commettere frodi o manipolazioni. 

Qual è il ruolo del notaio?

In questa proposta di digitalizzazione dell’opera d’arte il notaio ha un ruolo importante. Il notaio può certificare l’opera d’arte e autenticare la sua provenienza. Così facendo, aiuterebbe il mercato dell’arte ad essere più sicuro: verrebbero limitate le contraffazioni e i plagi, e altri abusi riguardo a diffusione illecite e violazioni di diritti patrimoniali sarebbero ridotti.

Quelle elencate sono proposte concrete a favore della cultura e dell’economia italiana, pensate per rilanciare il mercato dell’arte. Se attuate aiuteranno il nostro paese e tutte le persone che fanno parte del mondo dell’arte.

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