Chi viveva prima di noi nella nostra casa?

chi viveva prima di noi nella nostra casa

Chi viveva prima di noi nella nostra casa?

Ci sono case che trasmettono delle sensazioni. Quando le si visita non si riesce a descrivere quello che si prova, ma si percepisce una eco delle persone che l’hanno vissuta prima di noi. Vi è un’energia, nelle case che hanno già visto vite scorrere dentro di loro, che non si ritrova nelle case nuove. Come possiamo trovare delle informazioni e conoscere chi viveva prima di noi nella nostra casa? Si può risalire alla storia cronologica di un’abitazione?

Come fare a scoprire chi viveva prima di noi nella nostra casa?

Una giornalista del Post, Ilide Carmignani, si è domandata chi vivesse nel casolare che aveva acquistato, chi avesse camminato dove lei adesso poggiava i piedi, chi si fosse seduto sulla poltrona del salotto, chi in quel luogo avesse mosso i primi passi e chi, forse, gli ultimi.

Se si proviene da un luogo diverso da dove si sceglie di vivere o se la casa che decidiamo di comprare è disabitata da tempo sembra impossibile scoprire chi vivesse lì prima di noi. Per fortuna esistono gli archivi, all’interno di essi vi è la possibilità di ricercare la propria abitazione e coloro che ne erano i proprietari. Inoltre agli uffici catastali della città è possibile trovare informazioni sulla casa e sul terreno in cui viviamo.

Da un proprietario all’altro: gli atti dei notai

I notai negli atti di compravendita inseriscono, oltre al nome del venditore e dell’acquirente, anche il nome del notaio che aveva venduto a colui che oggi è il venditore, la casa. Richiedendo gli atti di tutte le transazioni legali associate alla casa, si può risalire a chi viveva prima di noi nella nostra casa. Così Ilide Carmignani ha scoperto che prima la sua villa aveva un altro nome e che l’hanno abitata negli anni persone diverse. Frequentando l’archivio ha appreso nozioni di topografia e imparato a leggere grafie sempre più complicate e arricciate. Adesso sa che nel 1860 una coppia acquistò la casa per darla in dote alla figlia. Il marito di questa però portò la casa all’asta, per colpa del gioco. Andando ancora indietro negli anni ha scoperto che casa sua fu un piccolo convento per quasi tutto il settecento.

Storie di vita e di casa

I fili che si tessono tra le generazioni che si tramandano una casa sono intricati e potenti, tanto che la casa inizia ad avere un’anima. Ma anche le case che cambiano proprietario, che passano da una persona all’altra senza nel mezzo legami di sangue, nascondono storie straordinarie.

Una storia particolare è quella successa negli USA, dove un giovane ragazzo afroamericano, Robert Hartford , ha deciso di comprare una casa che 200 anni fa fu costruita da schiavi deportati dall’Africa. Robert ha dichiarato che senza sapere la storia della casa, appena vista ha pensato “questa è casa mia”, come se essa lo chiamasse. Fu costruita nel 1820 dagli schiavi della famiglia Russell. La famiglia possedeva il campo di cotone della città e Robert crede che sia stato il destino a farlo imbattere in questa casa. Robert comprandola vuole ricordare i suoi antenati, come monito del cambiamento che investe la storia. Spera che i suoi antenati, dovunque siano, sappiano che un ragazzo nero ha acquistato la casa che loro costruirono per uomo bianco, un padrone, e che adesso le cose sono cambiate.

Sapere chi viveva prima di noi nella nostra casa non è indispensabile, ma è un modo bello per sentirsi vicini a coloro che ci hanno preceduto e legare col luogo in cui scegliamo di vivere.