Caregiver e disabilità: le tre proposte del Notariato

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Caregiver e disabilità: le tre proposte del Notariato

In occasione del 56° Consiglio del Notariato si è tenuta a Roma una conferenza dal titolo ‘La persona fragile e il ruolo dei caregiver: nuovi strumenti per le famiglie vulnerabili’. Durante la conferenza si è parlato del ruolo del caregiver e di come poter migliorare la situazione delle persone con disabilità e di coloro che se ne prendono cura.

Verso il dovuto riconoscimento della figura del caregiver

In Italia sono 3 milioni i caregiver familiari che si prendono cura di persone che hanno bisogno di specifiche attenzioni. Tutt’oggi, però, non esiste alcuna tutela giuridica che offra garanzie che riguardino pensioni assistenziali, indennità o malattia. Il Comitato delle Nazioni Unite ha condannato l’Italia per violazione dei diritti umani, perché non esistono sostegni finanziari e sociali per le famigli delle persone con disabilità.

Da diversi anni il Notariato si è schierato a difesa delle persone fragili. Per questo, durante il Consiglio Nazionale del Notariato, sono state esposte tre proposte, che mirano al riconoscimento dei diritti fondamentali dei caregiver.

Le 3 proposte del notariato

La prima proposta riguarda la modifica della legge ‘Dopo di noi. La modifica consisterebbe nella possibilità di fare una donazione o sottoscrivere il testamento a favore di un figlio con disabilità, senza che questo lascito possa passare nelle mani di eventuali altri figli. In questo modo si pone l’attenzione non tanto sulla denaro lasciato, ma sulle esigenze di assistenza della persona.

La seconda proposta riguarda una modifica al Codice Civile. Si vorrebbe permettere alla persona con disabilità grave di disporre dei propri beni mediante testamento, prevedendo che dopo la sua morte i suoi beni abbiano come destinatari enti e persone che se ne sono presi cura. Questa modifica è stata pensata per fare in modo che la persona con disabilità abbia un patrimonio proprio. Inoltre eviterebbe che esso, alla sua morte, vada a persone non aventi alcun rapporto di cura con la persona.

La terza e necessaria proposta riguarda i caregiver. Coloro che si prendono cura di persone che hanno una disabilità devono avere un riconoscimento giuridico. La qualifica di tale ruolo dovrebbe essere riconosciuta da un magistrato, dopo di che i caregiver sarebbero trattati come gli amministratori di sostegno, i genitori di figli minorenni o i tutori di persone interdette. Avrebbero i loro stessi diritti e sarebbero tutelati dato il loro ruolo.

Che impatto sociale avrebbe tale riforma sulle famiglie?

Cosa succede oggi

Ad oggi, al compimento dei diciotto anni, i genitori di ragazze e ragazzi con disabilità perdono la funzione di amministrazione e di rappresentanza legale della prole. A questo punto uno di essi deve necessariamente farsi nominare amministratore del figlio. Le procedure sono difficoltose e lente. Anche umilianti per certi versi. La persona in esame deve avere presentarsi davanti ad un giudice che giudicherà, dopo attenta analisi di documentazione medica se essa è adatta a tale ruolo. In alcuni casi la persona dovrà dare prova delle proprie capacità.

I cambiamenti della riforma

Con la riforma cambierebbero le cose. Essa avrebbe un impatto importante sulle famiglie che all’interno del nucleo hanno una persona con bisogni e necessità specifiche. La riforma conferirebbe al genitore la qualifica di caregiver. Avrebbe funzioni analoghe a quelle che può esercitare in forza del rapporto di filiazione. Dopo il compimento dei diciotto anni il genitore continuerebbe l’esercizio delle stesse facoltà, non più in quanto genitore, ma in quanto caregiver. Non ci sarebbe bisogno di ulteriori procedure. Solo se ci fossero gravi motivazioni, sarebbe nominato un amministratore di sostegno diverso dal genitore e scelto dal giudice.

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