28 Mar Diritto di recesso: quando e come avvalersene
Il diritto di recesso è la possibilità legale, da parte del compratore, di sciogliere il vincolo contrattuale verso il venditore, in alcune specifiche condizioni. Analizziamole meglio.
Cos’è il diritto di recesso?
L’articolo 1373 del Codice Civile regola il diritto di recesso da un contratto. Nel caso di contratti ad esecuzione immediata, ad esempio la compravendita, una parte può porre fine al contratto senza il consenso dell’altra, prima che questo abbia inizio. Tuttavia, una volta che il contratto è iniziato, nessuno può recedere senza un valido motivo o senza pagare una penale. Invece, per i contratti ad esecuzione continuata o differita, come la locazione o l’affitto, è sempre permesso il recesso successivamente all’esecuzione. Tale recesso ha effetto solo sulle prestazioni successive alla data in cui viene comunicato. È chiaro che non si può recedere da un affitto e richiedere il rimborso dei canoni già versati nel tempo.
Rappresentante uno dei diritti più importanti al giorno d’oggi, il diritto di ripensamento o “ius ponenitendi” è fondamentale non solo nel Codice Civile, ma anche nel Codice del Consumo. Esso ha infatti precisato le sue modalità di esercizio, in modo da offrire una tutela più forte ai consumatori che lo applicano, come succede con i contratti conclusi online. Questa materia è disciplinata dal decreto legislativo n. 21/2014, che ha recepito la direttiva 2011/83/UE sui diritti dei consumatori.
In quali casi non è previsto il diritto di recesso?
Il diritto di recesso è garantito per i contratti stipulati a distanza o fuori dai locali commerciali. Ci sono però alcune situazioni in cui questo diritto non può essere esercitato. Queste eccezioni includono contratti di servizi dopo la loro completa esecuzione, fornitura di beni confezionati su misura o che rischiano di deteriorarsi rapidamente, forniture di giornali e periodici, contratti conclusi in occasione di un’asta pubblica, forniture di alloggi per fini non residenziali, trasporto di beni, noleggio di autovetture, catering e servizi riguardanti le attività del tempo libero con date di esecuzione specifiche.
Tuttavia, la normativa prevede che il diritto di recesso possa essere esercitato per le forniture di registrazioni audio e video sigillate o di software informatici sigillati solo se non sono stati aperti dopo la consegna.
Entro quali può essere esercitato il recesso?
Il diritto di recesso nel settore dell’e-commerce consente al consumatore di recedere dal contratto entro 14 giorni, ma il periodo di inizio varia a seconda del tipo di contratto stipulato. Nel caso di contratti di servizi, il periodo decorre dalla conclusione del contratto, mentre per i contratti di vendita, inizia dal momento in cui il consumatore riceve il bene. In caso di omissione dell’informazione riguardante il diritto di recesso, il consumatore ha il diritto di esercitare tale diritto entro dodici mesi dalla ricezione del bene o dalla conclusione del contratto. Questa è una forma di tutela ulteriore per il consumatore.
Un esempio di diritto di recesso in ambito immobiliare
Si può scegliere di non vendere più casa?
Quando si parla di diritto di recesso non si prendono in considerazione solo piccoli beni di consumo. Può essere preso in considerazione anche in ambito immobiliare. Quando ad esempio si sceglie di vendere una casa; se poi si vuole fare un passo indietro, che succede? Quando si affida l’incarico di vendita di un immobile ad un’agenzia immobiliare, vengono richiesti alcuni documenti e si firma un contratto che contiene clausole riguardanti la possibilità di recesso del venditore prima della scadenza dell’incarico. In caso di recesso, il venditore potrebbe dover pagare una penale. Inoltre la decisione di recesso deve avvenire entro un tempo limitato. Solitamente il tempo a disposizione per ritirare l’offerta di vendita è sei mesi, in alcune situazioni però può variare. Superato quel termine il venditore non può più avvalersi di tale diritto.
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