
01 Mag COME GESTIRE IL PATRIMONIO DIGITALE
Ogni giorno generiamo, conserviamo e utilizziamo contenuti, dati e strumenti digitali che, a tutti gli effetti, rappresentano una parte significativa del nostro patrimonio personale e professionale. La nostra vita quotidiana infatti è sempre più intrecciata con il mondo virtuale. Dalle fotografie di famiglia archiviate in cloud, alle email, agli account social, fino ai wallet di criptovalute e agli abbonamenti online: la nostra identità digitale cresce con noi, spesso senza che ne siamo pienamente consapevoli.
Tuttavia, ciò che è digitale non è automaticamente eterno o accessibile: in caso di decesso, la mancanza di regole chiare e di una pianificazione può rendere questi beni invisibili agli eredi, o addirittura irrecuperabili. Ecco perché affrontare il tema della gestione del patrimonio digitale non è un gesto simbolico, ma un passaggio necessario di responsabilità patrimoniale.
Cos’è il patrimonio digitale?
Si definisce “eredità digitale” l’insieme dei beni, contenuti, credenziali e diritti digitali che una persona accumula nel corso della propria vita online. Questo patrimonio immateriale può comprendere:
- Account email e social media (Gmail, Facebook, Instagram, ecc.);
- Archivi di foto e video salvati su piattaforme cloud;
- File personali o professionali conservati online;
- Wallet di criptovalute e accessi a piattaforme DeFi (Finanza Decentralizzata);
- Siti web, blog, podcast e domini internet;
- Contenuti acquistati (ebook, musica, film);
- Licenze digitali, abbonamenti e dati contrattuali.
Si tratta di beni molto eterogenei, spesso invisibili, ma che possono avere un valore economico, affettivo o identitario molto rilevante.
Cosa succede se non si pianifica?
Attualmente, in Italia, non esiste una normativa organica sulle gestione dell’eredità del patrimonio digitale. In assenza di indicazioni specifiche del defunto, l’accesso ai contenuti digitali può essere bloccato da:
- Politiche restrittive delle piattaforme (molte non consentono l’accesso post mortem senza autorizzazione esplicita);
- Mancanza di credenziali di accesso;
- Incertezza sul valore o sulla natura giuridica del bene digitale.
Questo può generare contenziosi tra eredi, perdita di contenuti di valore, o persino impossibilità di gestire asset economici come criptovalute o portafogli NFT.
Gli strumenti per pianificare
Ecco alcune soluzioni pratiche che possono essere messe in atto con l’assistenza di un notaio:
1. Testamento con clausole digitali
È possibile inserire nel testamento disposizioni specifiche sui beni digitali: indicare quali account devono essere chiusi, quali conservati, a chi affidare le credenziali, come trattare le criptovalute, ecc.
2. Mandato post mortem
Consiste nella designazione di una persona di fiducia che, alla morte del titolare, sarà autorizzata a gestire determinati contenuti o account. È particolarmente utile per beni che richiedono una gestione tecnica.
3. Gestione delle credenziali
Conservare le credenziali in modo sicuro (ad esempio in una cassaforte fisica, in uno strumento di password manager, o tramite deposito notarile) può fare la differenza tra un’eredità accessibile e una irrecuperabile.
4. Registro dei beni digitali
Compilare un elenco aggiornato di tutti i propri beni digitali, specificando la natura del bene, la sua ubicazione virtuale e le istruzioni per accedervi.
Il ruolo del notaio
Il notaio può:
- Informare sulle implicazioni legali e tecniche dell’eredità digitale;
- Redigere testamenti validi che includano disposizioni digitali;
- Assistere nella redazione di mandati post mortem o nell’uso di strumenti fiduciari;
- Conservare documentazione riservata in condizioni di sicurezza;
- Accompagnare la famiglia del defunto nell’accesso legittimo ai beni digitali, prevenendo o gestendo contenziosi.
In assenza di norme chiare, il supporto notarile rappresenta la forma più concreta di tutela, capace di coniugare esigenze pratiche e validità giuridica.
Il decalogo del Notariato
Il decalogo aggiornato del Consiglio Nazionale del Notariato rappresenta un utile strumento informativo per orientarsi tra le nuove sfide dell’eredità digitale. Con questa iniziativa il Notariato invita alla consapevolezza, alla pianificazione, alla protezione dei dati e alla valorizzazione del patrimonio digitale come parte integrante dell’eredità.
Ma proprio perché il quadro normativo è ancora frammentario, ogni caso necessita di valutazioni personalizzate. È qui che il notaio può intervenire in modo mirato, aiutando il cliente a tradurre i consigli del decalogo in scelte operative, legalmente solide e protette.
Conclusione
La gestione del patrimonio digitale non deve essere considerata una questione marginale o astratta: è parte integrante della nostra eredità e, come tale, richiede attenzione, consapevolezza e strumenti adeguati. Sebbene la legge non offra ancora regole chiare. Questo rende necessaria una riflessione su come proteggere i nostri dati e come trasmetterli. Non si tratta solo di criptovalute o contenuti acquistati: si tratta anche di relazioni, ricordi, progetti, strumenti di lavoro, identità. Proprio perché non esistono confini netti tra affettività, proprietà e tecnologia, il modo in cui pianifichiamo l’eredità digitale diventa uno specchio del nostro tempo, e una responsabilità verso chi verrà dopo di noi.
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