LE COMUNITA’ ENERGETICHE RINNOVABILI E IL RUOLO DEL NOTAIO

Le comunità energetiche

LE COMUNITA’ ENERGETICHE RINNOVABILI E IL RUOLO DEL NOTAIO

Negli ultimi anni, sempre più spesso sentiamo parlare di “comunità energetiche rinnovabili” (CER). Il termine è diventato popolare soprattutto in seguito alla crescente attenzione verso la sostenibilità ambientale e l’autoproduzione di energia. Ma cosa significa davvero far parte di una comunità energetica? Quali sono i risvolti giuridici e pratici per i cittadini che decidono di aderirvi? E che tipo di supporto può fornire il notaio in questo ambito?

L’idea è semplice e potente: un gruppo di persone, imprese, enti pubblici o condomìni decide di unirsi per produrre, consumare, condividere e gestire energia rinnovabile in modo collettivo. Il cuore del progetto è la generazione distribuita, ovvero la possibilità di produrre energia vicino al luogo in cui viene consumata, riducendo le perdite e aumentando l’efficienza del sistema. Il tutto, grazie a impianti come pannelli fotovoltaici o mini-eolico installati sui tetti degli edifici o in aree condivise.

Quello che potrebbe sembrare un esperimento visionario è, in realtà, una realtà già attiva in molte regioni italiane. Ed è proprio qui che entra in gioco il diritto dell’energia , una branca del diritto ancora poco conosciuta ma sempre più centrale, che regola i rapporti giuridici legati alla produzione, distribuzione e consumo dell’energia.

Un nuovo ruolo per i cittadini

Nel modello tradizionale, i cittadini sono semplici utenti, fruitori passivi dell’energia fornita da grandi operatori. Le comunità energetiche, invece, propongono un cambiamento radicale: i cittadini diventano Prosumers, ovvero produttori e consumatori allo stesso tempo. Questo nuovo ruolo implica anche nuove responsabilità, sia tecniche che legali.

Ad esempio, la costituzione di una comunità energetica prevede la forma giuridica di ente senza scopo di lucro: può trattarsi di un’associazione, una cooperativa o addirittura un condominio che si dota di uno statuto e di un regolamento interno. È fondamentale che la gestione sia trasparente e condivisa tra i partecipanti, e che i benefici — in termini economici ed energetici — siano equamente distribuiti.

Il notaio come garante di trasparenza

In questo contesto, il ruolo del notaio diventa cruciale. La nascita di una comunità energetica non è solo una questione tecnica, ma un atto giuridico vero e proprio. Occorre definire con precisione le modalità di adesione, la governance, i diritti e i doveri dei membri, la gestione dei ricavi derivanti dall’autoconsumo condiviso e l’utilizzo degli incentivi statali.

Il notaio può supportare i cittadini nella redazione dello statuto e dell’atto costitutivo, offrendo una consulenza che garantisca solidità giuridica al progetto. Inoltre, può svolgere un ruolo di mediazione tra le parti in caso di conflitti o controversie, assicurando la conformità della comunità alle normative vigenti.

Incentivi e normativa in evoluzione

La normativa italiana ha recepito con entusiasmo le direttive europee sulle energie rinnovabili (in particolare la RED II), prevedendo incentivi per la costituzione e il funzionamento delle comunità energetiche. Il decreto MASE del 7 dicembre 2023, ad esempio, ha definito nuove modalità di accesso agli incentivi e ampliato il perimetro di azione delle comunità.

Tuttavia, il quadro regolatorio resta in continua evoluzione, e l’assistenza legale e notarile è fondamentale per orientarsi tra le varie disposizioni, comprendere i vincoli urbanistici, gestire le pratiche catastali e garantire la regolarità della documentazione.

Un’opportunità concreta

Al di là dei tecnicismi, è importante sottolineare che le comunità energetiche rappresentano un’opportunità concreta per i cittadini. Non solo permettono di risparmiare sulla bolletta, ma incentivano la coesione sociale, la riqualificazione del territorio e una maggiore consapevolezza ambientale. In un periodo di grande instabilità energetica e climatica, progetti di questo tipo restituiscono alle persone un senso di controllo e partecipazione.

Entrare in una comunità energetica significa, in definitiva, non solo produrre energia, ma costruire relazioni, rafforzare la cittadinanza attiva e contribuire al benessere collettivo.

Per questo motivo, chiunque stia valutando di creare o aderire a una comunità energetica dovrebbe considerare il supporto di figure professionali competenti, come ingegneri, commercialisti e soprattutto notai, per tutelare ogni aspetto dell’iniziativa.

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